Stregoneria medievale:l’elisir di lunga vita
Un po di storia:
Nella storia dell‘alchimia medievale europea, dell’antica Cina e dell’India, la ricerca di questa leggendaria sostanza è stata il principale obiettivo di molti alchimisti.
In Europa e Cina, l’elisir era anche noto come “Quintessenza della vita”, poiché in esso venivano a trovarsi i cinque elementi, anche se in Europa ne erano comunemente accettati quattro (aria, acqua, fuoco, terra).
L’alchimista conte di San Germain, vissuto in Europa nel XVIII secolo e protagonista di esperimenti segreti ed esoterici, è stato sospettato di aver l’elisir di lunga vita e la sua vita privata molto misteriosa non ha fatto altro che incrementare questo mito a lui legato.
PARACELSO dava come “elisir di lunga vita“,una preparazione di foglie essiccate di rosa ài Natale, Helleborus niger, detto in tedesco anche radice nera da starnuto; finora sapevamo solo che nella radice di elleboro sono contenuti dei glicosidi cardioattivi, che si avvicinano a quelli della digitale; per questo in passato Rhizoma Hellebori era usato come medicamento cardiaco; tuttavia, a causa della cattiva tollerabilità, è oggi obsoleto. Il nome tedesco Nieswurz (radice starnutatoria) accenna già al fatto che la polvere del rizoma esercita un’azione irritativa locale considerevole, ragione per cui in passato era usata come starnutatorio. Molto illuminanti invece sono le ricerche fitochimiche di martinek sulle foglie di Helleborus niger. Egli trovò nelle foglie essiccate un glicoside fino allora sconosciuto, facilmente cristallizzabile. Da qui le asserzioni di Paracelso assumono una nuova luce: il suo elisir di lunga vita, che al suo tempo godeva di grande fama e diffusione, consisteva niente altro che nella somministrazione di un glicoside cardioaltivo in piccole quantità. Questo ricorda l’opinione di Fahrenkamp, alcuni decenni fa, che dava piccole dosi di 5-10 gocce al giorno di tintura di digitale agli anziani e ne otteneva un buon effetto. Paracelso aveva evidentemente scoperto con molta esattezza che le foglie secche di elleboro sono meglio tollerate che non le preparazioni della radice.
Noi abbiamo trovato queste ricette ancora ripetibili:
1)
Prendere una parte di vino bianco e una parte di vino rosso e riscaldarli a bassa fiamma.
Aggiungere poi del miele, cannella, chiodi di garofano, spicchi di arancia e limone.
Lasciare riposare il tutto ancora sul fuoco, per il giro di una piccola clessidra (pochi minuti).
Versare su una coppa l’elisir ben caldo, ed assumerlo immediatamente.
(P.S. secondo il consiglio dell’alchimista, l’Elisir dovrebbe essere bevuto almeno una volta al mese).
2)
Pestare in un mortaio: cannella, coriandolo, macis, chiodi di garofano, scorza d’arancio dolce, fiori di anice stellato, cardamono; per poi unirvi della vaniglia in pezzetti.
Mettere in un bottiglione dell’alcol con acqua pura nel rapporto di due a uno, ed aggiungervi il composto.
Tappare il recipiente e lasciare in infusione un paio di settimane, ricordandosi di agitarlo almeno una volta al giorno.
Trascorso questo tempo, unire all’infuso dello zucchero sciolto in acqua fredda, agitare bene e far riposare per un altro dì.
Dopo di che, filtrare il liquore e aromatizzarlo con acqua di rose.