Le streghe di Salem

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Siamo a Salem Village, nel Massachusetts nel 1691. Alcune ragazzine giocavano a indovinare il futuro: chi avrebbe sposato, che mestiere avrebbero fatto i loro mariti e così via.

Una di loro, Sarah Cole, aveva inventato una specie di sfera di cristallo: un bianco d’uovo sospeso in un bicchiere pieno di acqua.

Nel bicchiere, Sarah vide galleggiare uno spettro somigliante ad una bara. Nel pomeriggio del 20 gennaio del 1692, Elizabeth Parris, di nove anni, e Abigail Williams, di undici, iniziarono a urlare oscenità, cadendo in crisi convulsive e poi in una specie di trance.

Nei giorni successivi, altre ragazzine della stessa età cominciarono ad agire in modo simile. Il reverendo Samuel Parris, padre di Elizabeth e zio di Abigail, si rivolse al medico Williams Griggs. I due ipotizzarono che potesse trattarsi di stregoneria.

Il reverendo tentò di esorcizzare i demoni con la preghiera, ma inutilmente. Allora una donna del villaggio, Mary Tibley, suggerì ad uno schiavo caraibico di provare con i metodi “indiani”. L’uomo fece ingerire ad un cane una strana focaccia, composta da farina di segale mista all’urina delle giovani colpite dal maleficio. Questa “magia inversa” avrebbe dovuto rivelare l’identità di chi aveva afflitto le ragazze.

Parris denunciò la signora Tibley per istigazione alla stregoneria, ma da quel giorno, per una specie di contagio, altre otto ragazze, comprese tra i dodici e i diciannove anni, cominciarono a mostrare strani comportamenti.
Alla fine di febbraio, dopo ripetuti interrogatori alle ragazze, furono arrestate la schiava Tituba, che confessò subito di essere una strega, e altre due donne, Sarah Good e Sarah Osborne, che invece negarono. Furono arrestate e portate in prigione a Boston, ma durante la detenzione la Osborne morì, a quanto pare per motivi naturali. A Salem intanto il parroco organizzava digiuni e preghiere.

Nel corso di un incontro comune, alcune giovani caddero in convulsioni e iniziarono a dare segni di follia. La diciassettenne Mary Walcott mostrò un morso sul braccio; la dodicenne Ann Putnam gridò di vedere un uccello giallo sul cappello di un pastore; la nipote Parris, Abigail, emetteva suoni sibilanti e prendeva dal caminetto tizzoni ardenti lanciandoli per casa.

La conferma che ci si trattava di stregoneria venne dall’interrogatorio di quest’ultima. Secondo la quale l’autore del maleficio sarebbe stato un ex pastore di Salem, trasferitosi in una parrocchia del Maine. Anche lui venne arrestato e portato a Boston assieme ad altri accusati.

La prima udienza si svolte presso il tribunale di Boston il 2 giugno del 1692. Otto giorni dopo fu impiccata una donna a Salem, Bridget Bishop. Il 19 luglio la corte mandò a morte altre cinque imputate, tra cui Sarah Good, che prima di morire disse al vicario di Salem: “Non sono una strega più di quanto tu sia un mago”.

Il 19 agosto furono giustiziati una donna e quattro uomini, tra cui il reverendo George Burroughs. Il 22 e il 23 settembre altre nove persone furono condannate a morte per impiccagione.

In quegli stessi giorni Giles Cory, marito di una delle prime donne arrestate, fu torturato a morte per schiacciamento, secondo una bizzarra usanza del New England: sopra la vittima veniva costruita una specie di pista da ballo sulla quale la gente della comunità camminava assiame a cavalli e carri carichi di materiale pesante.
Le accuse si basavano principalmente sulle confessioni degli accusati e ritenevano prove schiaccianti affermazioni relative a manici di scopa unti di grasso, rituali blasfemi, rapporti carnali col demonio, patti diabolici firmati con il sangue o apparizioni spettrali, forme di telepatia o manifestazioni di poteri particolari.

Qualcuno fu condannato sulla base di prove inconsistenti, come il fatto di possedere misteriore bambole e pupazzi, o di non sapere recitare correttamente le preghiere. Per altri, la condanna giunse a causa del fatto che, quando una persona accusata entrava in aula, le ragazze cadevano in uno stato di isteria che cessava solo all’inizio della confessione.

Tutte quelle esecuziono non fecero altro che accendere gli animi, inducendo molti a sporgere nuove denunce per stregoneria basandosi su indizi labili, come la scarsa religiosità personale. Nell’autunno del 1692, le carceri di Boston erano peiene di presunte streghe in attesa di giudizio, provenienti anche da altri villaggi, come Ipswich e Andover.

I processi sarebbero potuti andare avanti all’infinito se quindici pastori puritani, guidati dallo stimato reverendo Icrease Mather, non avessero stilato un documento in cui chiedevano che, prima di condannare a morte qualcuno, fossero mostrate le prove della colpevolezza.

Il governatore William Phips, che aveva autorizzato le incarcerazioni e i processi, si lasciò convincere dal buon senso della richiesta e il 12 ottobre proibì ogni ulteriore carcerazione o processo per fatti di stregoneria.

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