Avalon

Avalon è un’isola situata nella parte occidentale delle isole britanniche. La parola Avalon potrebbe essere una traslitterazione inglese del termine celtico Annwyn, cioè il regno delle fate, o Neverworld).

L’Isola veniva anche chiamata anche “Inis witrin” (cioè “Isola di Vetro”) per l’abbondanza di guado, pianta che sfuma sull’azzurro e che i guerrieri celti utilizzavano per tingersi il volto per andare in battaglia.

Il primo documento scritto su  Avalon, dandogli il significato di Isola delle Mele, si trova nella Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmounth; questa è la traduzione più probabile, visto che in bretone ed in cornico il termine usato per indicare mela è Aval, mentre in gallese è Afal, pronunciato aval. Inoltre il concetto di una “isola dei beati”, posta nell’estremo Occidente (il luogo del tramonto), è presente anche altrove nella mitologia indoeuropea, in particolare nel Tír na nÓg e nel mito delle greche Esperidi (anche queste ultime famose per le loro mele)

Eppure, sebbene Geoffrey basasse la sua Avalon sul mondo ultraterreno della tradizione celtica (A-val o Avillon), la sua interpretazione si riallacciava piuttosto agli scritti classici sulle Isole Fortunate, dove la frutta cresceva da sola e la gente era immortale. In termini mitologici, simili luoghi erano sempre “al di là del mare occidentale”.ù

Nella tradizione esoterica occidentale Avalon è luogo magico per eccellenza, centro dell’esperienza sapienziale dei Celti. I Celti delle isole britanniche credevano infatti che ad Avalon ci fosse una grotta, l’entrata celtica nell’Altro Mondo, ma, poiché nella tradizione celtica l’anima non muore mai, la grotta rappresenterebbe una porta tra i due mondi, quello reale e quello sovrasensibile.

Secondo la leggenda Avalon è un luogo  misterioso circondato dalle nebbie e raggiungibile solo attraverso le acque, dove vivono sacerdotesse, maghi e Viviana – la dama del lago – ovvero colei che ha forgiato la mitica spada Excalibur per re Artù.

La divinità che scandisce il corso della vita sull’isola, ed è la personificazione di quella forza della natura che rivela se stessa come colei che dà e toglie la vita, che regna su tutti i cicli o mesi dell’anno; divinità multiforme, è dispensatrice di vita così come di morte in un eterno susseguirsi di notte e giorno, oscurità e luce.

Naturalmente, nell’isola non possono giungere tutti, giacché è magicamente protetta dalle nebbie; solo le Vestali che hanno imparato ad usare la magia possono uscire e poi  tornare a lei.

Inoltre, secondo quanto apprendiamo sempre da Geoffrey of Monmouth, quando Artù viene ferito gravemente in seguito al combattimento con il proprio figliastro Mordred, viene adagiato in una barca e, avvolto in un manto d’oro, viene inghiottito dalle foschie.

Naturalmente, quella di Geoffrey è solo una delle fonti da cui si apprende dell’esistenza di Avalon; altre fonti raccontano che Artù – sopravvissuto alla morte grazie alle arti magiche delle abitanti del posto – abbia continuato a vivere in quest’isola insieme agli spiriti e alle fate.

Avalon potrebbe anche essere il ricordo di Lyonesse, un insediamento realmente sprofondato al largo della Cornovaglia, e da molti ritenuto una delle città di Atlantide.

Questa origine ne farebbe un importante luogo di rigenerazione e di vita, sia simbolicamente che praticamente. C’è persino chi pensa che il luogo sia stato progettato in tal modo da coloro che previdero l’inondazione e che, deliberatamente, vi infusero una forte energia per farne il nostro collegamento diretto con un antico mondo perduto.

Altri ritengono che questo sia uno dei tanti luoghi in cui le energie della terra siano più potenti, e lo dimostrerebbe anche il fatto che dalle epoche più remote sarebbe stato sede di templi. Era certamente un luogo sacro da molto tempo prima dell’arrivo di Giuseppe d’Arimatea, e il potere dell’acqua rossa del pozzo del calice non avrebbe niente a che vedere con il calice, ma deriverebbe dal fatto che essa sgorga da un luogo molto speciale, da una fonte molto profonda che sarebbe in un altro mondo o in un’altra dimensione.

Altre teorie raccontano Avalon come l’Ile Aval o Daval, sulla costa della Bretagna, oppure Burgh-by-Sands, nel Cumberland, che al tempo dei romani era il fortilizio di Aballava, lungo il Vallo di Adriano e vicino a Camboglanna, al di sopra del fiume Eden, ora Castlesteads. Per una coincidenza, il sito dell’ultima battaglia di Artù si sarebbe chiamato Camlann.

Per altri ancora Avalon sarebbe da ubicare sul Monte di San Michele, in Cornovaglia, che si trova vicino ad altre località associate con le leggende arturiane. Questo monte è, in realtà, un’isola che si può raggiungere quando c’è bassa marea.

In tutti i casi, Avalon resta un posto leggendario, a metà tra il mito e la storia. Forse mai nessuno proverà la sua esistenza o troverà mai la vera Avalon, forse non si scoprirà mai la verità.

Pur tuttavia, il mito dell’isola separata dalla terra tramite un lago, delle nebbie che la difendono dagli intrusi, di maghi, bardi e cavalieri, sacerdotesse e magiche tradizioni, continuerà a suscitare curiosità e a restare un mistero.

Le Nebbie avvolsero, ancora, le terre… e

lambirono le coste dell’Isola delle Mele…
un tempo infinito trascorse senza luce sull’Isola Sacra, e

sulle terre emerse.
Un giorno in cui la Dea ebbe pietà del dolore delle genti,
un leggero soffio tiepido emise
ed una brezza tornò a spirare, come alito di Primavera
come battito del cuore di una Madre…
Lentamente le Nebbie si allontanarono e fu ancora alba e tramonto…
e speranza… e Vita…

sulle sponde dell’Isola Sacra di Avalon

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