Il woodoo

La magia Woodoo, come la Santeria,  è legata agli antichi schiavi neri ed entra nelle nostre case, nelle nostre auto, nelle discoteche e nelle sale da ballo, permeando così l’esistenza degli uomini del terzo millennio di rituali ed elementi magici che sono legati a primordiali credenze africane.

Il Voodoo è diffuso principalmente ad Haiti, ma anche in Giamaica, Repubblica Dominicana, Trinidad, e persino in Suriname. Affascina perché è una credenza che chiama costantemente in gioco il mondo degli spiriti, delle potenze infernali, delle entità occulte che dimorano nei cimiteri e che governano il mondo arcano dei morti (non a caso, infatti, una delle figure principali del Voodoo è il lugubre Baron Samedi, l’oscuro signore dei cimiteri haitiani).

Bamboline piene di spilloni, magia nera, zombie, cannibalismo: sono le prime cose che vengono in mente pensando al Voodoo.
Non tutti sanno che il Voodoo è una vera e propria religione, in alcuni stati come il Benin è  religione di stato, con i 4/5 della popolazione che vi aderisce.

Come la Santeria, il Voodoo, conosciuto anche come Hoodoo, Vodou, Vodoun, Voudou, Voudoun, Vodu, Vaoudou e Vaudoun, nasce in Africa, ed è probabilmente antico come lo stesso continente. Il termine Voudoum è di origine africana appunto, nella lingua Ewegbe, letteralmente lingua degli Ewe, un insieme di più di 30 dialetti, e significa “Dio Creatore o Grande Spirito”.

Le divinità del Voodoo sono:

I Loa

Secondo le credenze vuduiste, esistono centinai di Loa, ma in realtà molti sono le stesse divinità ripetute, con nomi e sembianze diverse, e inoltre, la schiera dei Loa è aperta all’elevazione a tale grado di persone che si sono distinte in vita, un po’ come i santi e i beati cattolici, e in più ci sono anche gli spiriti ancestrali.
I Loa possono essere di 2 tipi: i Loa Rada e i Loa Petro.

I Loa Rada

Tali Loa sono originari dell’antico Dahomey, conosciuti presso le varie etnie con diversi nomi, e arrivarono nel nuovo mondo insieme agli schiavi neri deportati.
Sono maggiormente Loa di indole benevola, caratterizzati quasi sempre dal colore bianco, lo stesso che indossano i loro fedeli nelle cerimonie.
Le richieste dei Loa Rada non superano mai il sacrificio di polli o colombi, anche se i fedeli sono piuttosto generosi nell’elargire offerte.
Una caratteristica dei riti Rada, è la presenza di un grande fuoco con una barra di ferro conficcata in mezzo ad esso, simbolo del Loa Ogou.

I Loa Petro

Sono Loa nati successivamente all’arrivo dei primi schiavi dall’Africa, fra i quali troviamo regnanti dell’antico Dahomey, o guerrieri che si contraddistinsero nella guerra d’indipendenza haitiana.
La loro natura non è altrettanto benevola quanto quella dei Rada, sono ritenuti depositari di poteri maggiori dei primi Loa, e vengono evocati prevalentemente per richieste di potere, denaro, o nel caso della magia nera per scopi molto poco benefici.
I Petro sono caratterizzati dal colore rosso e dal nero, e le offerte che tali Loa richiedono, vanno dal pollo al toro, sono grandi amanti di rum e tabacco, ma in alcuni casi, quando è un Bokor ad evocarli, essi possono richiedere in sacrificio delle vite umane o delle anime, in pratica: maggiore sarà la richiesta alla divinità, maggiore sarà il sacrificio richiesto.

L’Anima nel Voodoo

Nelle credenze vuduiste, l’anima è composta da 5 parti:

1. Corps cadavere;
2. N’Âme;
3. Z’ Étoile;
4. Gros-bon-ange;
5. Ti-bon-amge.

La ritualistica

Le cerimonie voodoo hanno lo scopo di far discendere i Loa desiderati sulla terra, per richiedere consiglio ed oracoli, o riceverne salute e buona sorte, tributando loro delle offerte, oppure in alcune festività particolari, esclusivamente per celebrare il giorno di festa del Loa con offerte e sacrifici.
La discesa di un Loa è casuale, non è dato sapere chi verrà scelto come cheval, ovvero cavallo, di cui si servirà la divinità per manifestarsi, quindi prima di ogni cerimonia, l’houngan riunirà tutti gli iniziati, gli hounsi, all’interno del Djévo, dove verrà loro praticato il rituale detto “Laver tête”, un vero e proprio battesimo mediante il quale purificare l’hounsi, e renderlo degno di ricevere nel proprio corpo il Loa.

Gli hounsi vestiti di bianco, il colore delle divinità creatrici e benefiche, vengono fatti stendere su stuoie di fronde di banano, o su giacigli di rametti aromatizzati con fiori e sciroppi, ricevendo dall’houngan il lavaggio della testa, il quale si serve di un recipiente bianco per contenere l’acqua benedetta. Sempre nel Djévo, verranno benedetti tutti gli strumenti che saranno utilizzati nel rito, tramite un rituale chiamato Baptême.
Quindi si procederà al rito, al quale si arriverà dopo una festa per caricare fedeli e partecipanti al rito, che comincia con il segno della croce, e dei canti cattolici che poi lasciano il posto a canti in Langage, l’espressione usata per indicare l’antica lingua, nel quale verranno elencati molti Loa, e si crede che tale canto sia il primordiale sibilo di Damballah. Si procederà quindi con l’invocazione di Legba, tramite questa formula:

“Atibon Legba, solleva la barriera per me
Papa Legba solleva la barriera
Affinché io possa entrare.
Quando ritornerò saluterò i Loa,
Voodoo Legba, solleva la barriera per me,
Affinché io possa ritornare.
Quando ritornerò saluterò o Loa.”

Quindi l’Houngan, procederà alla consacrazione dell’Hounfort, tramite il rituale detto Siyale, che prevede l’aspersione di acqua benedetta verso i 4 punti cardinali, quindi l’Houngan continuerà aspergendo 3 volte il Peristyle e 3 volte il Poteau Mitan, formando una sorta di sentiero sacro che dal Peristyle arriva al Poteau mitan, tracciando il cammino per il Loa. Quindi procederà baciando la superficie del Poteau Mitan, per 2 volte, ognuna delle quali sarà il segnale d’inizio per il ritmo formato dal battito delle mani dei fedeli, e dal suono dei 3 tamburi cerimoniali, che prendono il nome in ordine decrescente di grandezza: Manman, Second e Cata.
Quindi viene la volta del La Place, che dopo aver salutato con la spada sacra detta Ku-bha-sha, verso i 4 punti cardinali, con un fendente della stessa squarcerà il velo di Maia, escludendo il mondo materiale dalla presenza dei Loa, e questo atto verrà concluso con lo sbandieramento dei Drapeaux, le pesanti bandiere cerimoniali, sventolate dagli hounsi, che infine procederanno all’accensione delle candele sacre all’interno del cerchio creato.
All’interno di questo cerchio, l’Houngan creerà il Vévé del Loa desiderato, cioè la rappresentazione risalente al regno del Dahomain mediante il quale viene raffigurato ogni Loa.

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