Johannes Trithemius, padre della filosofia ermetica
Johannes Trithemius (Johannes von Heidenberg 1462-1516), nacque in Tritthenheim (Germania), studiò nella celebre Università di Heidelberg. Lì, insieme a Juan di Dalberg e Rodolfo Huessman, fondò la Confraternita Celtica, una società segreta per lo studio dell’astrologia, la numerologia, le lingue e la matematica.
Prima di entrare nel monastero benedettino di San Martin di Spanheim, nel quale fu famoso abate nel 1483, Trithemius sviluppò un immenso compito come mago ed alchimista. Di fatto, la sua entrata nel monastero, lontano da attenuarli, spinse le sue attività in questo senso.
Trithemius riconobbe di avere studiato molti libri di magia e, perfino, avere imparato esorcismi. Tutte le sue investigazioni erano dirette verso i fenomeni misteriosi. Forse per questo, la Chiesa l’accusò di insegnare le scienze maledette, di fare sortilegi diabolici. Trithemius, prudentemente, si difese argomentando che tali studi non avevano fatto altro che accrescere la sua fede cristiana.
Ma quale era il misterioso contenuto delle sue investigazioni?
Sembra che queste si riferissero a strani procedimenti per ipnotizzare persone a distanza, forse per telepatia, attraverso certe manipolazioni del linguaggio. Neanche mancano nell’opera di Trithemius allusioni alla parapsicologia e alla Cabala. Questo strano miscuglio si materializzò nell’Esteganografía, opera di otto volumi nella quale il suo proprio autore, perfino prima di concluderla, disse la cosa seguente in una lettera che, nel 1499, indirizzò al suo amico Arnoldus Bostius:
“Posso assicurarvi che questa opera, nella quale insegno molti segreti e misteri poco conosciuti, sembrerà a tutti, perfino ai più ignoranti che contenga cose sovraumane, ammirabili ed incredibili, tenuto conto che nessuno ha scritto o parlato di queste prima di me.”
Paradossalmente, Bostius non arrivò mai a leggere la missiva. Morì poco prima che questa arrivasse nelle sue mani. Ma se lo fecero alcuni dei suoi colleghi qualcuno, ammirato da ciò che si raccontava lì, non ebbe alcun dubbio nel pubblicare il suo contenuto. Nella lettera, Trithemius anticipava le chiavi della sua opera: un metodo per comunicare il pensiero a distanza, centinaia di modalità di scrittura segreta… Non è difficile immaginare le ripercussioni che la divulgazione del contenuto dell’Esteganografía ebbe in quell ‘epoca.
Trithemius fu immediatamente accusato di essere bugiardo ed affabulatore. Questo nel migliore dei casi, poiché molti pensarono che si trattava di una specie di agente demoniaco. Tra questi ultimi si trovava il Principe Ereditario Filippo II del quale si racconta che, quando anni più tardi scoprì un esemplare dell’Esteganografía nella biblioteca di suo padre, ordinò immediatamente che si gettasse il libro nel falò. In modo che se il manoscritto originale conteneva la chiave di tanto straordinari poteri, questi si persero nella pira. Però, fortunatamente, esiste un manoscritto incompleto, di approssimativamente tre volumi, che almeno nelle sua maggior parte è arrivato fino ai nostri giorni.
Nei volumi I e II, Trithemius facilita le istruzioni precise per farlo. Per esempio, si annotava un semplice discorso in un pezzo di carta e, dietro un curioso rituale, si invocava gli angeli. Uno di questi scongiuri che sembrarono inequivocabilmente all’Inquisizione demoniaci, cominciava con la seguente frase: “Padiel aporsy mesarpon omeuas peludyn malpreaxo…” Veramente, il semplice fatto di pronunciare queste enigmatiche parole può risultare inquietante, ma non ha niente di diabolico. Trithemius utilizzò un semplice codice di trasposizione di lettere con una sequenza determinata. Se applichiamo detto codice, il risultato è meno misterioso: “padiel aPoRsY mesarpon oMeUaS peludyn mAlPrEaXo…” Abbiamo messo in maiuscole le lettere codificate. La soluzione è l’espressione latina primus apex… Dopo la decodificazione degli innumerevoli “scongiuri” presenti nei due primi volumi dell’Esteganografía, si ottengono una serie di frasi banali, probabilmente scelte a caso. Di conseguenza, è certo che Trithemius aveva scoperto una forma per inviare messaggi segreti a distanza, benché non sembri che gli spiriti avessero molto a che vedere con lei.
Il terzo libro dell’Esteganografía, con le sue oscure tavole numeriche, supponeva tutta una sfida per qualunque specialista in crittografia. Jim Reeds scoprì un’abbondante bibliografia su questo campo in Germania durante il secolo XVII. Comprovò che molti autori includevano nei titoli dei propri libri frasi come “Giustificando Trithemius”. Una di queste opere si pubblicò nel 1676. Il suo autore, Wolfgang Heidel, assicurava di aver decifrato il codice segreto del libro III.
Ma, come inviare messaggi segreti con l’aiuto degli spiriti?
Per esempio, si annotava un semplice discorso in un pezzo di carta e, dietro un curioso rituale, si invocava gli angeli. Uno di questi scongiuri che sembrarono inequivocabilmente all’Inquisizione demoniaci, cominciava con la seguente frase: “Padiel aporsy mesarpon omeuas peludyn malpreaxo…” Veramente, il semplice fatto di pronunciare queste enigmatiche parole può risultare inquietante, ma non ha niente di diabolico. Trithemius utilizzò un semplice codice di trasposizione di lettere con una sequenza determinata. Se applichiamo detto codice, il risultato è meno misterioso: “padiel aPoRsY mesarpon oMeUaS peludyn mAlPrEaXo…” Abbiamo messo in maiuscole le lettere codificate. La soluzione è l’espressione latina primus apex… Dopo la decodificazione degli innumerevoli “scongiuri” presenti nei due primi volumi dell’Esteganografía, si ottengono una serie di frasi banali, probabilmente scelte a caso. Di conseguenza, è certo che Trithemius aveva scoperto una forma per inviare messaggi segreti a distanza, benché non sembri che gli spiriti avessero molto a che vedere con lei.
Curiosamente, anche Heidel utilizzò un codice crittografico per rivelare il contenuto delle sue investigazioni, in modo che nessuno lo capì. E ancora, molti pensarono che Heidel avesse fallito nel suo tentativo e, semplicemente, volesse appropriarsi illecitamente di un merito che non possedeva.
Adam McLean – The Steganogr… by on Scribd