Il Canon episcopi
Il Canon episcopi è una breve istruzione ai vescovi sull’atteggiamento da assumere nei riguardi della stregoneria.
Durante il Medioevo il documento fu attribuito al concilio di Ancira del 314; in realtà si tratta di un testo più tardo, comparso nell’opera del benedettino tedesco Regino di Prüm, il De synodalibus causis et disciplinis ecclesiasticis, risalente al 906.
Il Canon episcopi definiva la stregoneria “culto verso il demonio”, ma negava che le streghe potessero volare fisicamente e dichiarava che «[…]chiunque è così stupido e folle da credere a storie tanto fantasiose è da considerarsi un infedele, perché ciò deriva da un’illusione del demonio».
Tali voli notturni, ritenuti materialmente impossibili e illusori, potevano però realizzarsi con lo spirito e «pur volando con lo spirito e l’immaginazione, queste streghe sono ugualmente colpevoli, come se lo avessero fatto in carne e ossa…
…Certe donne depravate, rivolte a Satana, e sviate da illusioni e seduzioni diaboliche, credono e affermano di cavalcare la notte alcune bestie al seguito di Diana, dea dei pagani (o di Ero diade), e di una innumerevole moltitudine di donne; di attraversare larghi spazi grazie al silenzio della notte profonda e di ubbidire a lei come loro signora e di essere chiamate certe notti al suo servizio. Volesse il Cielo che soltanto loro fossero perite nella loro falsa credenza e non avessero trascinato parecchi altri nella perdizione dell’anima! Moltissimi, infatti, si sono lasciati illudere da questi inganni e credono che tutto ciò sia vero, e in tal modo si allontanano dalla vera fede e cadono nel l’errore dei pagani, credendo che vi siano altri dei o divinità, oltre all’unico Dio.
Perciò, nelle chiese a loro assegnate, i preti devono predicare con grande diligenza al popolo di Dio affinché si sappia che queste cose sono completamente false e che tali fantasie sono evocate nella mente dei fedeli non dallo spirito divino ma dallo spirito malvagio.
Infatti […] durante le ore del sonno inganna la mente che tiene prigioniera, alter nando visioni liete a visioni tristi, persone note a persone ignote, e conducendole attraverso cammini mai praticati; e benché la donna infedele esperimenti tutto ciò solo nello spirito, ella crede che avvenga non nella mente ma nel corpo».
Nel XII secolo il Canon episcopi creò non pochi problemi ai demonologi, per via delle sue interne contraddizioni: a partire da queste deduzioni, infatti, risultava semplice affermare che tutti gli eretici e le streghe (fisicamente o con l’immaginazione) avessero stretto un patto con il diavolo.
Inoltre non era possibile difendersi da eventuali accuse, poiché nessuno poteva verosimilmente dimostrare cosa avesse immaginato o meno.
Ecco uno stralcio tratto da: La stregoneria, Milano, Oscar Mondadori, 1991
“I vescovi e i loro ministri vedano di applicarsi con tutte le loro energie per sradicare interamente dalla proprie parrocchie la pratica perniciosa della divinazione e della magia, che furono inventate dal diavolo; e se trovano uomini o donne che indulgono a tal genere di crimini, devono bandirli dalle loro parrocchie, perché è gente ignobile e malfamata.
Dice, infatti, l’apostolo: “Dopo la prima e la seconda ammonizione evita l’eretico, sapendo che è fuori dalla retta via chi si comporta in tal modo”. E sono fuori dalla via e prigionieri del diavolo coloro che abbandonano il loro Creatore per cercare l’aiuto del diavolo; e perciò occorre purificare la santa Chiesa da un tale flagello.
Né bisogna dimenticare che certe donne depravate, le quali si sono volte a Satana e si sono lasciate sviare da illusioni e seduzioni diaboliche, credono e affermano di cavalcare la notte certune bestie al seguito di Diana, dea dei pagani (o di Erodiade), e di una innumerevole moltitudine di donne; di attraversare larghi spazi di terre grazie al silenzio della notte profonda e di ubbidire ai suoi ordini come a loro signora e di essere chiamate certe notti al suo servizio.
Ma volesse il cielo che soltanto costoro fossero perite nella loro falsa credenza e non avessero trascinato parecchi altri nella perdizione dell’anima. Moltissimi, infatti, si sono lasciati illudere da questi inganni e credono che tutto ciò sia vero, e in tal modo si allontanano dalla vera fede e cadono nell’errore dei pagani, credendo che vi siano altri dèi o divinità oltre all’unico Dio.
Perciò, nelle chiese a loro assegnate, i preti devono predicare con grande diligenza al popolo di Dio affinché si sappia che queste cose sono completamente false e che tali fantasie sono evocate nella mente dei fedeli non dallo spirito divino ma dallo spirito malvagio.
Infatti, quando Satana, trasformandosi in angelo della luce, prende possesso della mente di ognuna di queste donnicciole e le sottomette a sé a causa della loro infedeltà e incredulità, subito egli assume l’aspetto e le sembianze di diverse persone e durante le ore del sonno inganna la mente che tiene prigioniera, alternando visioni liete a visioni tristi, persone note a persone ignote, e conducendola attraverso cammini mai praticati; e benché la donna infedele esperimenti tutto ciò solo nello spirito, ella crede che avvenga non nella mente ma nel corpo.
A chi, infatti, non è accaduto nel sonno o in visioni notturne di essere tratto fuori da sé stesso e di vedere, dormendo, molte cose che, sveglio, non ha mai visto? Ma chi può essere così stupido e ottuso da credere che tutte queste cose che accadono solo nello spirito, avvengano anche nel corpo? Il profeta Ezechiele, infatti, vide il Signore nello spirito e non nel corpo, e l’apostolo Giovanni vide e udì i misteri dell’Apocalisse nello spirito e non nel corpo, come egli stesso dichiara: “Subito fui in spirito”.
E Paolo non osa dire di essere stato rapito fisicamente in cielo. Tutti, perciò, devono essere pubblicamente informati che chiunque crede a queste simili cose, perde la fede, e chiunque non ha vera fede appartiene non già a Dio ma a colui nel quale crede, vale a dire al diavolo. E’ scritto infatti di nostro Signore: “Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui”.
Perciò chiunque crede possibile che una creatura cambi in meglio o in peggio, o assuma aspetti o sembianze diverse per opera di qualcuno che non sia il Creatore stesso che ha fatto tutte le cose e per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte, è indubbiamente un infedele, e peggiore di un pagano”.
Verso la metà del 15 ° secolo, gli inquisitori e demonologi cominciavano a respingere il Canon Episcopi. Esso presentava molti problemi etrici tuttavia, il suo influsso si protraesse per altri 200 anni.
- Trascrizione delle carte del Canon episcopi ( testo in latino)
Il Canon episcopi compare come inizio del libro 10 del Decretum Burchardi, nel manoscritto 119 della Biblioteca Cattedrale di Hildesheim (Colonia).
Ut episcopi eorumque ministri omnibus viribus elaborare studeant, ut perniciosam et a diabolo inventam sortilegam et maleficam artem penitus ex parochiis suis eradicent: et si aliquem virum aut feminam hujuscemodi sceleris sectatorem invenerint, turpiter dehonestatum de parochiis suis ejiciant. Ait enim Apostolus: Haereticum post unam et secundam admonitionem devita, sciens quia subversus est, qui ejusmodi est.
Subversi sunt, et a diabolo capti tenentur, qui, derelicto creatore suo, a diabolo suffragia quaerunt, et ideo a tali peste mundari debet sancta Ecclesia. Illud etiam non omittendum, quod quaedam sceleratae mulieres retro post Satanam conversae, daemonum illusionibus, et phantasmatibus seductae, credunt se et profitentur nocturnis horis, cum Diana paganorum dea, vel cum Herodiade et innumera multitudine mulierum equitare super quasdam bestias, et multa terrarum spatia intempestae noctis silentio pertransire ejusque jussionibus velut dominae obedire et certis noctibus ad ejus servitium evocari. Sed utinam hae solae in perfidia sua perissent, et non multos secum in infidelitatis interitum pertraxissent. Nam innumera multitudo hac falsa opinione decepta haec vera esse credit, et credendo a recta fide deviat, et in errore paganorum revolvitur, cum aliquid divinitatis, aut numinis extra unum Deum esse arbitratur.
Quapropter sacerdotes per Ecclesias sibi commissas populo omni instantia praedicare debent, ut noverint haec omnimodis falsa esse, et non a divino, sed a maligno spiritu talia phantasmata mentibus infidelium irrogari. Siquidem ipse Satanas, qui transfigurat se in angelum lucis, cum mentem cujuscunque mulierculae ceperit, et hanc sibi per infidelitatem et incredulitatem subjugaverit, illico transformat se in diversarum personarum species atque similitudines, et mentem quam captivam tenet in somnis deludens, modo laeta, modo tristia, modo cognitas, modo incognitas personas, ostendens, per devia quaeque deducit. Et cum solus spiritus hoc patitur, infidelis mens haec non in animo, sed in corpore evenire opinatur.
Quis enim non in somnis et nocturnis visionibus extra seipsum educitur, et multa videt dormiendo, quae nunquam viderat vigilando? Quis vero tam stultus et hebes sit, qui haec omnia quae in solo spiritu fiunt, etiam in corpore accidere arbitretur? Cum Ezechiel propheta visiones Domini in spiritu non in corpore vidit. Et Joannes apostolus Apocalypsis sacramenta in spiritu non in corpore vidit, et audivit sicut ipse dicit: Statim, inquit, fui in spiritu. Et Paulus non audet se dicere raptum in corpore.
Omnibus itaque publice annuntiandum est, quod qui talia et his similia credit, fidem perdit, et qui fidem rectam in Deo non habet, hic non est ejus, sed illius in quem credit, id est diaboli. Nam de Domino nostro scriptum est: Omnia per ipsum facta sunt.
Quisquis ergo aliquid credit posse fieri, aut aliquam creaturam in melius aut in deterius immutari, aut transformari in aliam speciem, vel similitudinem, nisi ab ipso Creatore qui omnia fecit et per quem omnia facta sunt, procul dubio infidelis est et pagano deterior.
[learn_more caption=”IL CANON EPISCOPI E L’INIZIO DELLA QUESTIONE SULLE STREGHE “]
Salvo pochi rarissimi casi, nessuno oggi mette più in dubbio la realtà della caccia alle streghe.
Non molti però ne conoscono la reale portata, che è anzi oggetto di discussione da molti anni.
A livello di luogo comune siamo abituati ad associare la caccia alle streghe al Medioevo, epoca
che noi contemporanei, figli del Rinascimento prima e dell’Illuminismo poi, consideriamo
un’epoca di superstizioni.
Ma il primo rogo per stregoneria risale “solo” al 1340 e le due bolle
papali che sono considerate l’avvio della caccia alle streghe sono del 1326 e del 1484. E’ solo
dal XIII secolo che la chiesa comincia a parlare seriamente di streghe e raduni diabolici. Qual
era la sua posizione precedente?
Bisogna considerare che fino al XIV secolo, alla fine del quale l’ultimo paese pagano europeo
diviene cristiano, la chiesa si dichiara impegnata a combattere le “superstizioni” pagane, tra le
quali, come si può leggere nelle leggi Longobarde emanate da Rotari e Liutprando oppure nei
Capitularia de partibus Saxoniae (Capitolari Sassoni), le leggi di Carlo Magno per la Sassonia
appena conquistata, era inserita anche la credenza nelle streghe.
Il primo testo ecclesiastico ad affermare questa posizione di negazione dell’esistenza delle
streghe è il Canon Episcopi; gli studiosi lo riconoscono come il testo più antico ad affrontare il
problema delle streghe ed è un’istruzione ai vescovi sul comportamento da tenere di fronte alla
credenza nel fatto che alcune donne, in alcune notti, volassero al seguito di Diana.
Il testo è il seguente (traduzione tratta da Abbiati, Agnoletto, Lazzati (a cura di), La stregoneria,
Milano, Oscar Mondadori, 1991)
“I vescovi e i loro ministri vedano di applicarsi con tutte le loro energie per sradicare interamente
dalla proprie parrocchie la pratica perniciosa della divinazione e della magia, che furono
inventate dal diavolo; e se trovano uomini o donne che indulgono a tal genere di crimini, devono
bandirli dalle loro parrocchie, perché è gente ignobile e malfamata. Dice, infatti, l’apostolo:
“Dopo la prima e la seconda ammonizione evita l’eretico, sapendo che è fuori dalla retta via chi
si comporta in tal modo”. E sono fuori dalla via e prigionieri del diavolo coloro che abbandonano
il loro Creatore per cercare l’aiuto del diavolo; e perciò occorre purificare la santa Chiesa da un
tale flagello. Né bisogna dimenticare che certe donne depravate, le quali si sono volte a Satana
e si sono lasciate sviare da illusioni e seduzioni diaboliche, credono e affermano di cavalcare la
notte certune bestie al seguito di Diana, dea dei pagani (o di Erodiade), e di una innumerevole
moltitudine di donne; di attraversare larghi spazi di terre grazie al silenzio della notte profonda e
di ubbidire ai suoi ordini come a loro signora e di essere chiamate certe notti al suo servizio. Ma
volesse il cielo che soltanto costoro fossero perite nella loro falsa credenza e non avessero
trascinato parecchi altri nella perdizione dell’anima. Moltissimi, infatti, si sono lasciati illudere da
questi inganni e credono che tutto ciò sia vero, e in tal modo si allontanano dalla vera fede e
cadono nell’errore dei pagani, credendo che vi siano altri dèi o divinità oltre all’unico Dio. Perciò,
nelle chiese a loro assegnate, i preti devono predicare con grande diligenza al popolo di Dio
affinché si sappia che queste cose sono completamente false e che tali fantasie sono evocate
nella mente dei fedeli non dallo spirito divino ma dallo spirito malvagio. Infatti, quando Satana,
trasformandosi in angelo della luce, prende possesso della mente di ognuna di queste
donnicciole e le sottomette a sé a causa della loro infedeltà e incredulità, subito egli assume
l’aspetto e le sembianze di diverse persone e durante le ore del sonno inganna la mente che
tiene prigioniera, alternando visioni liete a visioni tristi, persone note a persone ignote, e
conducendola attraverso cammini mai praticati; e benché la donna infedele esperimenti tutto ciò
solo nello spirito, ella crede che avvenga non nella mente ma nel corpo. A chi, infatti, non è
accaduto nel sonno o in visioni notturne di essere tratto fuori da sé stesso e di vedere,
dormendo, molte cose che, sveglio, non ha mai visto? Ma chi può essere così stupido e ottuso
da credere che tutte queste cose che accadono solo nello spirito, avvengano anche nel corpo?
Il profeta Ezechiele, infatti, vide il Signore nello spirito e non nel corpo, e l’apostolo Giovanni
vide e udì i misteri dell’Apocalisse nello spirito e non nel corpo, come egli stesso dichiara:
“Subito fui in spirito”. E Paolo non osa dire di essere stato rapito fisicamente in cielo. Tutti,
perciò, devono essere pubblicamente informati che chiunque crede a queste simili cose, perde
la fede, e chiunque non ha vera fede appartiene non già a Dio ma a colui nel quale crede, vale
a dire al diavolo. E’ scritto infatti di nostro Signore: “Tutte le cose sono state fatte per mezzo di
Lui”. Perciò chiunque crede possibile che una creatura cambi in meglio o in peggio, o assuma
aspetti o sembianze diverse per opera di qualcuno che non sia il Creatore stesso che ha fatto
tutte le cose e per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte, è indubbiamente un infedele,
e peggiore di un pagano”.
Nel Medioevo si riteneva che il Canon Episcopi fosse stato elaborato durante il concilio di
Ancira del 314, probabilmente per un errore di interpretazione compiuto dal vescovo Burcardo
di Worms agli inizi del XI secolo, il quale aveva a disposizione un testo del Canon trascritto
subito dopo le disposizioni di Ancira. Fu probabilmente Burcardo ad aggiungervi il nome di
Erodiade e la frase finale “peggiore di un pagano”. In realtà si tratta di un capitolare dell’età dei
Franchi, secondo quanto afferma lo storico Carlo Ginzburg in Storia notturna. Una decifrazione
del Sabba, steso da Reginone vescovo di Prum. Il testo fu considerato a lungo valido dalla
chiesa, come prova il suo inserimento in diverse raccolte dei secoli successivi: quella di
Burcardo, il Decretum di Ivo di Chartres e quello di Graziano che alcuni considerano la prima
sistematizzazione del futuro diritto canonico.
Per la verità, pare che altri scritti alludessero alla “società di Diana”, perciò il Canon non
sarebbe il primo a parlarne. E’ certamente il primo a mettere al centro quest’argomento; nel
testo non si parla mai di streghe e solo più avanti nei secoli Diana (o Erodiade, o Ecate, o la
“Signora del Gioco”) sarà sostituita dal diavolo. Certo il Canon non può, data l’epoca storica,
negare che vi sia l’opera del diavolo, ma questa si limita all’illusione, all’inganno. Le donne che
si illudono di viaggiare al servizio di Diana sarebbero persone deboli di mente, la cui scarsa
fede permette al diavolo di ingannarle, ma non stringono con lui un patto consapevole. Non
gettano neppure malefici: anzi, la società di Diana pare qui avere un ruolo esclusivamente
ludico ed è chiaro che Reginone sta combattendo gli ultimi, forse inconsapevoli, residui di
paganesimo.
Il fatto che si dichiari che le riunioni delle “streghe” siano fantasia, non deve farci pensare che le
streghe non venissero condannate; nel Canon la condanna si “limita” all’esser fuori della grazia
divina e perciò al bando dei colpevoli dalla parrocchia, il che può significare l’allontanamento
fisico o quello “morale” ed è forse una condanna lieve se paragonata al rogo dei secoli
successivi, al quale le streghe arriveranno passando prima per l’accusa di eresia e poi per
quella di stregoneria vera e propria, quando anche ecclesiastici, papi e uomini di cultura
crederanno e cercheranno di dimostrare la realtà degli atti malefici compiuti dalle streghe. Al
Canon Episcopi si appoggeranno non solo coloro che continueranno a negare la realtà dei
raduni stregoneschi, credere ai quali è eresia fino al XIII-XIV secolo circa, ma anche coloro che
in seguito la affermeranno: questi ultimi sosterranno infatti che ciò di cui parla il Canon non è ciò
che essi perseguitano.
Sicuramente in esso ritroviamo tutti quegli elementi che confluiranno poi nel “sabba diabolico”
perseguitato dalla chiesa: le pratiche della divinazione e della magia, la presenza del diavolo, il
volo notturno in groppa a certi animali, l’essere a servizio di un’altra entità, la trasformazione.
Manuela Simeoni
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