Il mistero della fiamma sacra che non brucia
Il fenomeno della fiamma fredda che non brucia le pelle, è uno dei più eccezionali miracoli che continuano ripetendosi fino al nostro tempo
Secondo la convinzione dell’Archimandrite ortodosso Leonide, le più antiche notizie relative al «Fuoco Sacro» di Gerusalemme avrebbero origine nella più profonda antichità.
Del fenomeno ne parlano già San Gregorio di Nissa, nel 350, San Giovanni di Damasco, nel 750, e lo storico della Chiesa Eusebio di Cesarea del IV secolo.
La cerimonia del “Sacro Fuoco”ha un suo rituale ben preciso che è rimasto inalterato nel tempo e si articola in 3 fasi
a) Il canto della Litania d’Intercessione;
b) L’entrata del Patriarca di Gerusalemme nel Santo Sepolcro;
c) Le invocazioni del Patriarca affinché appaia la Luce Santa.
Dopo la Litania, il Santo Sepolcro viene disigillato, il Patriarca smette i suoi paramenti pontificali e rimane solo con la tunica bianca. Il Governatore di Gerusalemme e l’Ispettore di Polizia esaminano il Patriarca davanti a tutti in modo da assicurare i presenti che egli non abbia qualsiasi oggetto atto a trasmettere fuoco.
A quel punto ogni lampada viene spenta affinché non vi sia nulla di acceso nel Santo Sepolcro. All’interno il Patriarca prega inginocchiato, poi nell’assoluto silenzio, alcuni sostengono di udire un forte schiocco poi la formazione delle fiamme. Altri invece di aver sentito un prolungato sibilo, accompagnato da lampi di luce blu e bianchi che iniziano a serpeggiare sulle pareti come dei flash impazziti.
Il Fuoco all’inizio appare soltanto al Patriarca Ortodosso o ad un Vescovo delegato, il quale raccoglie le gocce di fiamma con l’aiuto di batuffoli di cotone e con questi accende le torce .
Uscito dalla cripta porge la fiamma sacra delle sue torce alle torce ai fedeli in attesa, i quali si distribuiscano tra di loro il “Sacro Fuoco”.
Come per i crociati che conquistarono Gerusalemme, lo straordinario fenomeno è che, chiunque scorra le mani sulla fiamma che arde sulle torce, non si fa alcun male perché, benché abbia l’aspetto di una fiamma ordinaria, non manda alcun calore.
E’ consuetudine che i fedeli passino la fiamma delle torce sul viso, sulle folte barbe e sugli abiti senza che si incendi nulla. C’è stato anche chi ha tentato di respirare questo fuoco senza subire alcun danno.
Dopo circa una trentina di minuti, il fuoco prende a scottare e c’è chi ha notato che esso inizia a far male solo dopo che la fiamma delle torce ha cambiato colore, divenendo da azzurrina a rossa.
Cosa dice la scienza
La convinzione dei ricercatori è sempre stato che il fenomeno non poteva avere nulla di divino poiché l’ubicazione della cripta, deputata ad essere la tomba del Cristo, non rispondeva a quella che avrebbe dovuto essere. Ovvero avrebbe dovuto trovarsi all’esterno delle mura antiche di Gerusalemme, insieme alle tante altre realizzate secondo la consuetudine millenaria.
Nel 2008, in occasione del rito pasquale, il fisico russo Andrey Volkov, introducendosi come uno dei tanti pellegrini nella basilica del Santo Sepolcro, condusse in gran segreto delle misurazioni scientifiche del fenomeno allo scopo di dare una spiegazione.
La sua apparecchiatura permise di constatare la presenza di un forte spettro di radiazione elettromagnetica all’interno della cripta e rilevò un inspiegabile impulso sulla frequenza delle onde lunghe proprio al comparire del “Sacro Fuoco”.
Volkov ebbe l’impressione di trovarsi di fronte ad una scarica elettrica a bassissimo amperaggio. Ovvero una scarica elettrica di grande effetto psicologico, ma che non poteva essere in grado di produrre danni alle persone.